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NEUROSCIENZE

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L’encefalo umano è costituito dal cervello, dal tronco encefalico (le cui parti sono mesencefalo, ponte e bulbo) e dal cervelletto. Il cervello è diviso in telencefalo e diencefalo; la parte che comunemente si associa al cervello è quella più grande: il telencefalo, che ha forma ovoidale, con l’asse maggiore orientato in senso anteroposteriore, ed è suddiviso in due formazioni giustapposte e quasi identiche, denominate emisferi; l’emisfero destro controlla i movimenti e riceve le sensazioni del lato sinistro del corpo, mentre l’emisfero sinistro controlla i movimenti e riceve le sensazioni del lato destro del corpo. I due emisferi destro e sinistro, presentano altre significative differenze funzionali. Mentre la funzione di organizzare il linguaggio è un aspetto caratterizzante dell’emisfero sinistro, l’emisfero destro ha invece la capacità di percepire in modo globale un quadro, una mappa o un insieme di immagini, cogliendo i rapporti presenti tra gli elementi che li compongono. Il ruolo dominante dell’emisfero sinistro nei processi linguistici, sia scritti che orali, potrebbe erroneamente far pensare che questa zona abbia funzioni più importanti o “elevate” rispetto all’emisfero destro: numerosi studi hanno dimostrato invece come i due emisferi cerebrali sono entrambi molto importanti e presentino differenti specializzazioni specifiche, tutte fondamentali nella realizzazione dei processi cognitivi e nella costruzione del pensiero in senso lato. E’ interessante notare che, se una certa area del cervello viene distrutta (ad esempio in caso di ictus cerebrale)  in alcuni casi le funzioni mancanti vengono “compensate” da aree del cervello ancora sane.

Prof. Enrico Granieri

( Eminente studioso di neurologia. Docente incaricato dell'Università di Ferrara dal novembre 2016.  Membro esperto Dottorato di Ricerca  Neuroscienze Traslazionali e Neurotecnologie)

E’ dimostrato che lo stimolo musicale è quello che attiva il numero maggiore di aree del cervello, favorendo la produzione di un elevato numero di sinapsi neuronali che innalzano in modo significativo il livello di performance del cervello. In qualche caso il contatto continuativo e prolungato con lo stimolo musicale giunge ad aumentarne perfino la massa, come nel caso del corpo calloso, la membrana che unisce i due emisferi e ne facilita l’interrelazione: le neuroscienze dimostrano che nei musicisti ha dimensioni maggiori della media.

La musica è innata nell’uomo, nel cui cervello sono iscritte le sue regole generative, assieme a quelle della grammatica generativa del linguaggio e della matematica. Von Humboldt sosteneva che è “l’uso infinito di mezzi finiti”. Le analogie col linguaggio sono molteplici e non casuali. Nel linguaggio l’unità minima di base è il fonema, nella musica è il suono. Il fonema, assieme al morfema produce le parole, mentre i suoni disposti in senso orizzontale producono motivi e in senso verticale producono accordi. Con le parole si fanno i discorsi, mentre l’organizzazione strutturata di motivi e accordi genera via via frasi, periodi, sezioni, movimenti, fino a dar vita a intere composizioni.

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Prof. Enrico Granieri

In ambito terapeutico la musica è utilizzata in un’ampia varietà di disordini, quali: sindromi d’ansia e di depressione d’umore, disordini cognitivi e neurologici: autismo, epilessia, demenza, stati di coma o stati vegetativi; disordini del linguaggio; disordini del movimento: morbo di Parkinson, atassie, spasticità, disordini dell’ equilibrio. E’ impiegata in modo esclusivo o come coadiuvante di altri trattamenti. La musica introduce il soggetto in un’ atmosfera psicologica dove si fanno più deboli le relazioni con gli aspetti consci della personalità e più favorevoli le condizioni per vivere in modo più intenso i propri contenuti emozionali più profondi. Produce effetti secondari come la riduzione della tensione psichica, l’abbassamento o l’innalzamento delle formazioni difensive, l’instaurazione di riflessi condizionati e altre manifestazioni che possono essere utilizzate a fini terapeutici.

Con oltre 70 anni di solida ricerca alle spalle, la risonanza cerebrale è un campo che offre numerose possibilità d’azione. Nello stesso modo in cui la stimolazione della risonanza cerebrale può indurre rilassamento ed aiutare la meditazione, può essere utilizzata per aumentare l’energia e l’eccitamento (v. Trudeau, 1998 e Hutchison, 1981).

STUDI:

Nel 1980 gli studi continuarono con il Dr. Norman Shealy, il Dr. Glen Solomon ed altri ricercatori sulle induzione cerebrali per il sollievo dal mal di testa, il rilascio di Serotonina e HGH, così come il rilassamento in generale. 

 

Nel 1980, Tsuyoshi Inouye e i suoi collaboratori presso il Dipartimento di Neuropsichiatria della University Medical School di Osaka in Giappone constatarono che la stimolazione luminosa produceva "sincronizzazione cerebrale". Il Dr. Norman Shealy successivamente confermò l'effetto constatando che la stimolazione luminosa aveva prodotto sincronizzazione cerebrale in più di 5.000 dei suoi pazienti. 

 

Nel 1981 Michael Hutchison scrisse il libro intitolato "Megabrain", punto di riferimento in materia, che illustra i diversi usi possibili di induzione cerebrale, dalla meditazione all'apprendimento. 

 

Sempre nel 1981 Arturo Manns ha pubblicato uno studio che dimostra l'efficacia dei Toni Isocronici (Isochronic Tone), successivamente confermati da altri ricercatori come David Siever.

 

Nel 1984 il Dr. Brockopp analizzò la stimolazione cerebrale audio-visuale in particolare durante il monitoraggio della sincronizzazione emisferica EEG. Egli concluse che per indurre la sincronizzazione e la coerenza emisferica la macchina induttiva audio-visuale poteva contribuire al miglioramento delle funzionalità intellettuali del cervello". 

 

Gli studi continuarono nel 1990 con ricercatori come il Dottor Russell, il Dr. Carter e altri che esplorarono le vaste potenzialità di utilizzo delle induzioni cerebrali con l'ADD e i disturbi di apprendimento. La ricerca è stata condotta anche per stanchezza cronica, dolore cronico, depressione, PMS, ipertensione e una serie di altri disturbi. 

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Sono oramai più di 70 gli anni di solida ricerca sulle induzioni cerebrali. Allora perché non è ancora molto diffusa? Pensiamo soprattutto perché la nostra cultura, soprattutto quella occidentale, è strettamente legata ai farmaci e alle sostanze psicotrope. In confronto ai prodotti farmaceutici le induzioni cerebrali non sono adatte a generare molti guadagni, sono facili da usare e possono essere una valida ed economica soluzione per una grande varietà di problematiche e disturbi. 

 

Anche l'idea che i vari elementi software o i dispositivi hardware siano economici e in grado di influenzare direttamente il cervello suona strana, perlomeno in un primo momento fino a quando non si scopre la solida ricerca e la scientificità di tutti i tempi che ci stanno dietro. 

Abbiamo constatato nel tempo che la maggior parte delle persone sono scettiche fino al giorno in cui non utilizzano queste metodologie in modo appropriato. 

Nonostante la disponibilità di solidi studi scientifici empirici e una grande quantità di prove aneddotiche il mondo è ancora molto scettico sulle induzioni cerebrali e il training cerebrale, ma la parola e le informazioni si stanno diffondendo ogni giorno sempre di più tra psicologi, cliniche di salute mentale, musicoterapeuti, naturopati, allenatori, insegnanti e professionisti del settore che stanno scoprendo le induzioni cerebrali trovandole estremamente utili e praticamente prive di controindicazioni ed effetti collaterali.

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